Il ponte dell'Immacolata 2022 nel suggestivo arcipelago delle Hyéres
Per vedere la galleria completa della navigazione questo è il link: Porquerolles 2022 | AIVA CVC Gallery
I divieti ci sono, ma non potrebbero essere più graditi. L'arcipelago delle Hyéres, che si stende di fronte alla Provenza, offre ai visitatori la sua bellissima natura, il suo mare, la sua schietta accoglienza, ma pone dei limiti: non si circola se non a piedi o in bici, si incoraggia il silenzio (o comunque un comportamento discreto) e i negozi non offrono nemmeno i sacchetti compostabili ma le borse telate, riutilizzabili più volte.
Allettati dalla sua fama e dal fatto che nel tempo l'isola principale, Porquerolles, è stata eletta patria di adozione da diversi letterati (primo fra tutti Georges Simenon, il "papà" del commissario Maigret), ci siamo imbarcati per questi cinque giorni in un arcipelago molto vicino alla frontiera italo-francese.
Con 20° e un magnifico sole partiamo mercoledì 7 dicembre alla volta di Hyéres, dove ci aspettano le due barche che saranno la nostra casa per i prossimi giorni: Summertime e Innocent. L'intenzione è di trasferirsi il pomeriggio stesso a Porquerolles finché c'è luce. L'idea è buona, ma viene ostacolata dagli addetti alla cambusa, tre per barca, che si attardano al supermercato al punto che cominciano ad essere bombardati da telefonate dei capibarca ("alloooooraaaa!!!! dove siete, che si fa tardi???"). Beh, si fa presto a mettere premura, ma come si fa a scegliere il salume giusto per la carbonara quando negli scaffali non c'è il guanciale? o decidere se si debba o no comprare anche la Nutella? Non sono questioni di poco conto.
Comunque al rientro in porto la cambusa viene scaraventata sottocoperta e si salpa immediatamente per l'isola più estesa delle Hyéres.
Ci facciamo subito prendere dal fascino del paesaggio. Un tramonto da cartolina lascia il posto ad una incredibile luna che ci accompagna fino a Porquerolles.
All'arrivo in porto nessun segno di vita da parte della Capitaneria: scopriremo più tardi che in bassa stagione chiude i battenti alle 17.
Ormeggiamo affiancati, ma subito si presenta un problema: la Innocent ha agganciato una trappa (un inconveniente che per chi ha navigato sui First 27 a Caprera ha il sapore della quotidianità...). Vista l'ora, si rimanda la soluzione al giorno dopo.
Durante la notte piove copiosamente. Il mattino successivo il clima si è rannuvolato, pioviggina a tratti. Il problema della trappa si rivela di difficile soluzione: non ci sono sub disponibili in giornata, forse il mattino successivo, e in Capitaneria non hanno altre soluzioni da offrire.
Si decide quindi di cercare di porre rimedio in autonomia. Federico viene designato per immergersi e cercare di disimpegnare la trappa. Non abbiamo nemmeno una muta, l'unica che si riesce a recuperare in porto è per bambini. Si rimedia come si può: Federico viene sigillato il meglio possibile con l'ausilio di nastro isolante e si immerge (eroico davvero...). L'immancabile umarell (il gabbiano) osserva incuriosito la scena.
Purtroppo non c'è nulla da fare, occorre l'intervento del sub, che verrà da noi l'indomani mattina (almeno così ci è stato promesso). Una volta riemerso, Federico dichiara che l'acqua non era poi così fredda (ma forse era già preda dell'ottundimento dei sensi che prelude all'ipotermia...).
A quel punto gli equipaggi si dividono: Summertime esce per qualche bordo, anche se il vento non è molto. L'offerta di imbarcare qualche componente dell'infortunata Innocent viene rifiutata sdegnosamente (o tutti o nessuno!) e l'equipaggio opta per un giro a piedi dell'isola. Concluse le rispettive attività, i due equipaggi si ritrovano nella piazza principale per una partita di pétanque.
Il mattino dopo di buon'ora arriva il sub che in men che non si dica risolve il problema della trappa. A quel punto tutti sentono la necessità di recuperare il più possibile le ore passate a terra e si salpa, destinazione Port-Cros. Il vento si è alzato e ci accompagna in un bellissimo giro sino alla parte più a est dell'isola, che quasi si tocca con l'Île du Levant. Su quest'ultima nel 1931 due medici hanno fondato Heliopolis, il primo villaggio in Europa dedicato alla pratica del naturismo, vocazione che è sopravvissuta sino ad oggi.
Ancoriamo per un pranzo al sacco e ci godiamo in pace la bellissima giornata.
Nel pomeriggio lasciamo la baia e ci dirigiamo al porticciolo di Port-Cros. L'arrivo è assolutamente memorabile: il luogo è deserto, la spiaggia e le case sono illuminate dalla luce del sole che calando copre tutto di un color miele. Ormeggiamo all'inglese in testa al pontile, unici ospiti insieme ad una barca a motore occupata da una coppia di coniugi.
Il silenzio, lo sciabordìo delle onde e le strida dei gabbiani sono l'unica compagnia. Port-Cros ha una superficie di sette chilometri quadrati e conta sei (sei!) residenti. Noi, con due barche, siamo in quattordici... Il video dice più di quanto si possa descrivere.
Il mattino successivo lasciamo questo piccolo paradiso con un po' di nostalgia, subito stemperata dalla prospettiva adrenalinica di una giornata di vento! Diamo l'addio a Port-Cros...
...e iniziamo quelle che saranno sei-sette ore di navigazione ininterrotta, che ci porteranno a fare il perimetro dell'Île du Levant per poi tornare verso Porquerolles. Il vento, rafficato, soffia a 30-32 nodi fino a punte di 35, regalandoci una magnifica giornata.
Il sabato si chiude in bellezza. Il mattino dopo Daniele (anzi, uno dei tre Danieli che abbiamo tra le due barche!) e Giovanni ci lasciano al mattino (sigh!).
Il resto degli equipaggi salpa per un'ultima veleggiata prima del rientro. Il vento non è più teso come il giorno precedente ma ci consente comunque una bella navigazione, che si fa particolarmente interessante nel canale tra la terraferma e Porquerolles: è lì infatti che ci aspettano delle imponenti onde, tonde come collinette, che ci fanno sentire sull'ottovolante!
Rientriamo a Hyéres, contenti ma con un pizzico di nostalgia... e pensando già alla prossima navigazione!
I PROTAGONISTI
Insieme alle foto di gruppo è doverosa una foto a parte dei nostri capibarca Giancarlo e Massimo, che ci hanno fatto divertire e ci hanno regalato tanta adrenalina, ma sempre in sicurezza.
L'equipaggio della Summertime all'arrivo: da sinistra a destra Carlo, Giancarlo, Luisa, Daniele; nella fila in basso Enzo e Luigi. Manca l'altro Daniele che ci ha lasciati al mattino! ma...
...gli dedichiamo una bella foto tutta per lui!
L'equipaggio della Innocent: da sinistra a destra Roberto, Donatella, Giovanni, Eleonora, Davide, Massimo, Federico.
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