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Immagine del redattoreEnzo De Pasquale

Pietro, una tragedia forse evitabile

Aggiornamento: 29 lug

Riflessioni sulla sicurezza e il pilotaggio a seguito di un incidente fatale dello scorso giugno di cui è rimasto vittima Pietro Stipa, un giovane Ufficiale di Marina.

Introduzione: lo scorso 15 giugno 2024 un incidente mortale è occorso a Pietro Stipa, un giovane ufficiale (appena 26 anni) del nucleo SDAI (Sminamento Difesa Anti Mezzi Insidiosi) della Marina.

 

Come riportato dagli organi di stampa, l'incidente è avvenuto durante la notte tra l'Isola Madre (La Maddalena) e Santo Stefano, zona caratterizzata da basso fondale, come sa chi frequenta la scuola di Caprera e come noto anche a Pietro, che conosceva bene l’area.

 

Pochi minuti dopo aver superato il porto, il gommone è finito sugli scogli affioranti davanti all’isola di Santo Stefano, un ostacolo insidioso. L’impatto è stato tremendo: il povero ragazzo è stato sbalzato dal gommone e ha battuto la testa sulle rocce, perdendo i sensi e finendo sott’acqua. Le circostanze non gli hanno dato scampo. A dare l’allarme è stato un passante che si trovava sulla banchina del porto.

A bordo con Pietro c'era anche la fidanzata, rimasta miracolosamente illesa.

La motovedetta della Guardia costiera è arrivata sul posto in pochi minuti: le ricerche del giovane si sono protratte per circa un’ora, aiutate anche dal traghetto notturno della Delcomar che ha illuminato con i suoi fari le acque di fronte a Santo Stefano per facilitare i soccorsi. Alla fine il corpo è stato recuperato sul fondale. Gli accertamenti sono in mano alla Guardia Costiera e - per quanto se ne sa - alla data non sono ancora stati resi pubblici.

 

Pietro Stipa era un uomo di mare con esperienza e con una conoscenza approfondita dei luoghi dell’arcipelago, grazie al suo lavoro in Marina. Era inoltre un velista fin da ragazzo.

 

Come purtroppo noto, ogni estate l’Arcipelago della Maddalena è teatro di qualche incidente. Il lato nord di Santo Stefano è disseminato di scogli affioranti, molti dei quali non sono segnalati, e capita che qualche turista che affitta un gommone ci finisca sopra, anche se fortunatamente la maggior parte delle volte con conseguenze molto meno tragiche.

 

Questo terribile evento, avvenuto in acque familiari a chi frequenta Caprera, ha indotto Enzo De Pasquale (Istruttore CVC e Capobarca AIVA CVC) a riflessioni personali e a chiedere altrettanto ad alcuni colleghi e allievi della Scuola di Caprera. L'intento è di ricavare un insegnamento da un evento tanto tragico, per far sì che non manchino mai l'attenzione e la consapevolezza dei rischi sempre presenti anche per chi è esperto di mare e della zona.


lo screenshot Navionics dell'area teatro della tragedia



da Enzo: Carissimi amici, con riferimento all'incidente di La Maddalena del 15 giugno, di fronte al pontile della Posta, e dopo una lunga chiacchierata con Bruce (n.d.r. storico istruttore CVC), mi sono convinto che può essere utile condividere e pubblicare le nostre considerazioni.

 

Quello che è successo, praticamente sulla rotta che facciamo giornalmente e che sentiamo come casa nostra, non può essere derubricato come un banale incidente, ma deve darci la consapevolezza che il segnalamento marittimo, insieme al pilotaggio ed anche alla COLREG 72, non è soltanto un argomento scritto sulla lavagna, senza una attenta, continua e programmata esercitazione in mare, condotta giornalmente.

 

A noi istruttori il segnalamento marittimo e la COLREG 72 sono stati insegnati ai corsi di formazione di 2° livello; il pilotaggio alla formazione di 3° livello. Pertanto abbiamo il dovere di trasmettere in maniera approfondita questi concetti marinari, fondamentali per la navigazione e di verificarne con la pratica, l'apprendimento.

La scuola deve verificare  che questi argomenti, necessari per la sicurezza in mare, vengano svolti in maniera accurata.

 

Quasi sicuramente il gommone si è  incagliato sulla secca delle nasse, a guardia della quale c'è quel segnale laterale verde di difficile interpretazione (è in entrata? in uscita?).

Inoltre quando siamo passati noi in notturna, il segnale era spento e certamente ne è stata data informazione tramite ordinanza e con sècuritè (*) via radio.

Fatemi sapere le vostre considerazioni.

  

una veduta aerea dell'isola di Santo Stefano

"Safety first, sempre e senza eccezioni."

Non sapevo di questa tragedia… Dispiace moltissimo per il ragazzo, non serviva l’ennesimo tragico caso per ribadire quanto la sicurezza sia sempre l’argomento centrale così come il fattore umano sia sempre il fattore critico (oserei dire fortunatamente, altrimenti saremmo soppiantati dalla AI anche sulle barche).

La nostra passione, quella velica,  non può e non deve essere mai una prova d’ardimento.

Come diceva un mio grande amico velista “un buon marinaio risolve i problemi, un ottimo marinaio nei problemi non ci si trova proprio”.

Quando si professa “safety first!” ci si deve attenere. Sempre! Senza se e senza ma. Non ci sono eccezioni. Ogni dettaglio conta, ogni attenzione e azione di prevenzione deve essere messa in atto per evitare tragedie come questa. Non è teoria, è realtà, come ci ricorda costantemente e tristemente la cronaca. (Luca, istruttore)



"Il pilota automatico e la strumentazione elettronica sono un ausilio importante ma non sostituiscono il Comandante."

Cari amici, non sapevo, mi ha colpito questa notizia.

La sicurezza in mare è una priorità fondamentale, non ci si può mai distrarre, ricordiamoci che quanto abbiamo imparato e insegnato deve sempre guidarci: il pilotaggio, i segnalamenti, la navigazione costiera, devi essere sempre prudente. Il pilota automatico e la strumentazione elettronica sono un ausilio importante ma non sostituiscono il Comandante. Con rispetto e dispiacere per il giovane ufficiale, purtroppo questa brutta notizia ci conferma che l’insegnamento continuo che trasferiamo agli allievi ai corsi è giusto. (Manuel, istruttore)

 

  

"Ho quasi pianto... L'errore umano concorre nel 96% agli incidenti in mare."

Mie considerazioni: non mi vergogno di dire che ho quasi pianto. Pianto per un uomo che non conosco e che non tornerà mai più.

Se lo è preso il mare? No, anche questa volta il mare non c'entra. Se non è  stato un capriccio della barca, si tratta di errore umano, che concorre nel 96% dei casi agli incidenti in mare.

Quella boa verde che tutti conosciamo e su cui abbiamo focalizzato la nostra attenzione? Una mancanza o insufficiente pilotaggio? Una conoscenza superficiale del segnalamento marittimo? Chissà. Solo il povero Pietro conosce la verità, a noi rimane solo da trarre un monito dalla sua prematura e tragica dipartita. (Enzo, istruttore)

  


"Non sottovalutare mai anche quei percorsi che abbiamo fatto mille volte."

L’errore umano è sempre in agguato. Proprio per questo bisogna stressare l’importanza di non sottovalutare mai anche quei percorsi che abbiamo fatto mille volte. Corretta e precisa pianificazione della nostra rotta, che significa tutto quello che ci avete detto a Caprera (studio dei fari e fanali presenti, loro funzionamento o meno, avvisi che potrebbero interessarci, etc). Dopodiché quella rotta va seguita il più precisamente possibile (tempo, velocità, riferimenti visivi) e continuamente aggiornata e corretta.

Non deve MAI succedere, MAI, che non sappiamo in quale posizione ci troviamo rispetto alla cartina. (Armando, allievo)


 

"Pianificare e mai sottovalutare."

Enzo, oggi leggevo il tuo messaggio mentre ero al traverso della secca di Cala Piombo (0,5m improvvisi sui 40m circostanti) segnata ovviamente sulla carta, ma senza alcun segnalamento visivo, mi chiedo perché non ci sia un pericolo isolato. (n.d.r. si tratta di una zona diversa da quella dove si è consumata la tragedia di Pietro, che però presenta a sua volta criticità,come segnalato da Stefano). Dispiace molto per quel ragazzo: questa tragedia fa sicuramente pensare a quanto sia importante pianificare la navigazione e mai sottovalutare i rischi! Grazie per i tuoi insegnamenti. (Stefano, aiutante di vela)

Il segnale di pericolo isolato è posizionato su un pericolo di estensione limitata, circondato da acque navigabili. Può trattarsi di una secca, uno scoglio o un ingombro temporaneo. La forma della boa è di solito a fuso o ad asta nera con una o più fasce rosse. Il miraglio è composto da due sfere nere sovrapposte. L'eventuale luce notturna è di colore bianco, con caratteristica luminosa lampeggiante a gruppi di due nel periodo di 5 o 10 secondi.

Una meda gialla con una X in cima non indica pericoli ma un'area delimitata dove non si può navigare, come le riserve marine oppure le coltivazioni di mitili.

 


"Fondamentale lo studio dei segnalamenti."

Enzo, ti ringrazio per aver  stimolato tutti noi a fare considerazioni sulla tragedia avvenuta lo scorso mese di giugno.

Leggendo gli eventi e il profilo della giovane vittima è presumibile che l’eccessiva confidenza, unita ad una probabile distrazione, siano state le cause principali alla base della tragedia.

Per quanto abbiamo personalmente constatato durante il nostro corso a Caprera, ed in particolare in occasione della nostra uscita notturna, il segnalamento marittimo in quel tratto di mare appare, quando tutto funzionante, relativamente complesso e forse inadeguato alla particolarità e alla pericolosità della zona.

Se ne trae che una adeguata pianificazione del pilotaggio, con lo studio quindi dei segnalamenti attesi, appare fondamentale e innalzerebbe il livello di attenzione su eventuali scostamenti che dovessero palesarsi durante la navigazione da quanto atteso in fase di pianificazione.

Nel caso della tragedia del povero ufficiale, ritenendo che una “semplice” gita notturna in una zona a lui familiare non richiedesse la stessa pianificazione, una probabile distrazione gli è risultata, purtroppo, fatale. (Angelo, allievo)

Nell'ingresso a porti, canali e passaggi il segnale verde è sempre sulla dritta e quello rosso è sulla sinistra. Nelle acque della regione B (Americhe, Filippine, Giappone e Corea) i colori sono invertiti.

 


"Non sempre il segnalamento marittimo funziona come dovrebbe."

Il fattore umano incide in tutti gli incidenti (aerei e marini) per oltre il 90% e spesso l'idea di conoscere la zona fa abbassare la soglia di attenzione.

Profondo dolore per una giovane vita regalata al mare, ma questo è il prezzo da pagare per chi decide di fare questo lavoro.

A Cagliari, alcuni anni fa, era successa una cosa analoga: quattro ragazzi in gommone di notte si sono schiantati sulla barriera frangiflutti di un piccolo porto per pescatori (non illuminato). I due ragazzi sono volati sugli scogli e sono morti sul colpo, le due ragazze si sono salvate perché si tenevano ai tienitibene del gommone. (**)

Che dire? Apriamo gli occhi e non sottovalutiamo nulla.

Non sempre il segnalamento marittimo funziona come dovrebbe. Sta a noi andare a cercarci anche quello che non c’è per aiutarci a navigare al meglio. (Leonardo, istruttore)


 

"Il fanale spento forse avrebbe aiutato."

A giugno quando è uscita la notizia dell’incidente sono rimasto molto colpito dal tragico evento e pertanto ho cercato immagini e informazioni sulla dinamica. Gli organi di stampa riportano in sintesi tutti i punti salienti, ovvero:

- zona insidiosa piena di pericoli

- ⁠la scarsa visibilità dovuta alla navigazione notturna che spesso sfalsa le distanze

- ⁠l’alta velocità dell’imbarcazione

- ⁠l’eccessiva familiarità e conoscenza del territorio con relativa sottovalutazione e ridotta percezione del pericolo

- ⁠probabile distrazione dovuta alla presenza a bordo della fidanzata

- ⁠il fanale spento che, se in funzione, magari avrebbe aiutato ad orientarsi meglio (non è certo ma nemmeno da escludere) e spero che a ciò venga dato seguito. (Beppe, Istruttore)

 


"Il buio inganna con distanze falsate e percezioni diverse."

Caro Enzo, purtroppo spesso i segnalamenti non ci sono o non c'è adeguata manutenzione perché I fondi sono scarsi! Quel povero ragazzo che conosceva il mare è stato tradito dal suo entusiasmo e dalla voglia di fare una bella figura con la sua fidanzata. Hai ragione quando dici che è triste ma il buio inganna con distanze falsate e percezioni diverse. Noi siamo abituati nell'arcipelago a navigare con mille segnalamenti ma in tanti altri posti vi sono pericoli non segnalati che solo con l'attenzione e l'uso di carte nautiche possono essere evitati. Purtroppo possiamo portarci dietro solo un ulteriore insegnamento di prudenza e il dolore per la perdita di un giovane che amava il mare. (Saverio, Istruttore)

 


"Fattore umano e troppa confidenza."

Ho saputo... Purtroppo il fattore umano e la troppa confidenza sono le cause. (Beppe, Capobase)

 


"Attenzione soprattutto a dove non ci si deve trovare."

Avrei voluto, subito, commentare anch’io l’accaduto.

Mi sono tornate alla mente le tante ore di lezioni in aula tenute da Enzo De Pasquale al CVC, soprattutto su meteorologia e navigazione.

Per quanto concerne la navigazione, il nostro istruttore è stato estremamente chiaro, tre sono le cose da fare:

-tracciare la rotta da seguire per il punto da raggiungere;

-determinare il punto nave per sapere dove si è;

-decidere dove prestare particolare attenzione ma soprattutto a dove non ci si deve trovare!

Particolare attenzione è stata riservata al segnalamento marittimo, che è prezioso per il marinaio che si sta avvicinando a terra così come i punti cospicui, le carte nautiche, i portolani e le altre pubblicazioni.

I mezzi disponibili, pertanto, sono numerosi e in teoria non si dovrebbero commettere errori. Eppure... (Enzo, allievo)

 

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Altri riferimenti


Con il numero di dicembre 2022 il Notiziario "Dentro e fuori da Porto Palma" ha pubblicato un allegato con il resoconto di un'altra tragedia in mare, assai più complessa e articolata, che ha riguardato la "Escape" e ha causato la morte dei due armatori, una coppia tedesca.


La lettura, per quanto drammatica, è di sicuro interesse nautico, e ribadisce una volta di più che è sempre importante mantenere alta l'attenzione in qualsiasi circostanza. Link al pdf "Escape, anatomia di una tragedia in mare".




NOTE

(*) Il segnale di sicurezza in radiotelefonia è composto dalla parola SECURITE’ (pronuncia: securitè) ripetuta tre volte sulla frequenza internazionale di soccorso (canale 16 del VHF o 2.182 kHz per l’apparato SSB). Il segnale di sicurezza indica che la stazione che chiama sta per trasmettere un messaggio riguardante la sicurezza della navigazione, il bollettino del mare, avvisi meteorologici importanti o avvisi urgenti ai naviganti.


(**) Si parla del 17 agosto 2017. Nel porticciolo del quartiere S. Elia a Cagliari poco prima della mezzanotte un gommone con due coppie a bordo si è schiantato sugli scogli frangiflutti. I due uomini (34 e 29 anni) sono morti sul colpo, le due ragazze sono state trasportate in ospedale in gravi condizioni ma si sono salvate.

 

 


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