Nello scorso numero del nostro Notiziario (questo il link: La stagione 2023 del CVC (porto-palma.com) Stefano Crosta, presidente della Fondazione CVC, ha parlato del progetto M.A.R.E. (Marine Adventure for Research & Education), una delle diverse iniziative ambientali e sociali in cui il Centro Velico Caprera è fattivamente impegnato da tempo e che vede una stretta collaborazione tra Fondazione CVC e One Ocean Foundation per una ricerca scientifica innovativa sulla salute del Mediterraneo.
L'imbarcazione-laboratorio della collaborazione è il catamarano ONE, un 45 piedi che ha fatto un memorabile approdo presso il Salone Nautico di Venezia 2023.
ONE, sponsorizzata da Yamamay, Polaroid Eyewear (gruppo Safilo) e Sorgenia, è partita il 29 aprile dalla base della Marina Militare di Taranto (vedi foto) e dopo dieci tappe è approdata alla Serenissima, da dove è ripartita per il Mar Egeo.
A bordo del catamarano si alternano studiosi provenienti dalle università dell'Insubria, di Pisa, Padova, oltre a ricercatori del Ruder Boskovic Institute di Zagabria, del Conisma e della stazione zoologica Anton Dohrn.
I risultati delle analisi permetteranno di fare una valutazione dello stato di salute dell’Adriatico, e verranno uniti ai dati dell’anno scorso per una mappatura totale del Mediterraneo. Il catamarano proseguirà ora il suo viaggio lungo la costa orientale, con traguardo finale a Corfù il prossimo 8 luglio.
Ma qual è esattamente l’attività di One? E cosa cercano gli scienziati di M.A.R.E?
Spiega la coordinatrice scientifica Ginevra Boldrocchi: «Decine di sacche d’acqua e di campioni di organismi zooplantici saranno raccolti in serie lungo la rotta, i campioni filtrati a bordo in condizioni di sterilità, congelati e quindi via via mandati in laboratorio, presso l’Università dell’Insubria dove sarà realizzata l’analisi dei dati».
Gli organismi zooplanctonici sono bioindicatori della contaminazione marina e un primo obiettivo di ricerca, dice ancora Boldrocchi, «è monitorare la presenza e la distribuzione di contaminanti come, per esempio, arsenico e mercurio, composti organici persistenti come il DDT messo al bando già dagli anni 70 in diversi Paesi ma ancora persistente in acqua, e contaminanti emergenti com il Pfas (sostanze legate alle plastiche e ai detergenti, ndr) il cui accumulo è ancora poco conosciuto nel Tirreno».
L’altro filone, continua Boldrocchi, è «la biodiversità la ricerca delle nuove specie “migrate” nel Mediterraneo, il cui impatto non è sempre positivo. E poi la distribuzione di specie a rischio di estinzione, come gli elasmobranchi tra i vertebrati più minacciati al mondo». La metodica? Il monitoraggio visivo, «costoso anche in termini di tempo» e il campionamento di Dna ambientale, ultima frontiera della ricerca e per la biologa «una vera meraviglia: è un’attività sostenibile che riduce le uscite in mare, permette l’identificazione di più specie con un solo campionamento, non disturba la vita degli animali».
«Anche dal punto di vista nautico questo progetto è un bello sforzo con 12 settimane e quasi duemila miglia di navigazione» chiude Enrico Bertacchi, ingegnere dei porti, segretario generale del Centro Velico Caprera e uno degli ideatori di M.A.R.E. «La Scuola si fa, da sempre, carico dei temi ambientali. Non solo con l’installazione del solare, l’eliminazione delle plastiche, la responsabilizzazione di chi naviga, ma con la promozione di progetti tecnologici per il contrasto ai cambiamenti climatici»
Nel video che segue la sintesi del progetto presentata da Enrico Bertacchi al Salone Nautico di Venezia.
Riferimenti:
Sito di M.A.R.E.: Home | Progetto M.A.R.E. (progettomare.org)
Sito di One Ocean Foundation: Home | One Ocean Foundation (1ocean.org)
Sito del Centro Velico Caprera: Home | One Ocean Foundation (centrovelicocaprera.it)
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