Tutto sul "Monte Everest della vela"
Lo scorso 5 aprile 2024 alle 7 circa del mattino l’Amerigo Vespucci è entrato nella storia della marineria nazionale e della Marina Militare doppiando per la prima volta a vela e a motore Capo Horn durante il suo tour intorno al mondo.
Nel 1968 Sir Robert “Robin” Knox-Johnston vinse la prima edizione della Golden Globe Race, la prima circumnavigazione del globo in solitario e senza scali di alcun genere, nemmeno tecnici. Allora 29enne, riuscì nell’impresa partendo da Falmouth, Cornovaglia, il 14 giugno 1968, e ritornandovi il 22 aprile 1969, dopo 313 giorni di navigazione.
Il grande velista partì senza sponsor, senza altro supporto che il suo due alberi Suhaili, un 10 metri che egli stesso aveva preparato per la durissima prova. (*)
Naturalmente doppiare Capo Horn fu uno dei momenti più catartici della navigazione. A tale riguardo Johnston commentò: "Capo Horn è qualcosa che rimane fisso nella tua mente. Una volta che hai girato intorno a Cape Horn, puoi dirigerti verso nord, e uscire da quel bastardo di un posto. Perché è un posto bastardo. Cerca di immaginarti a bordo di qualcosa delle dimensioni di un furgoncino, e verso di te avanza un edificio di 12 piani. Quella è la dimensione delle onde laggiù. ... Chiunque va per mare e dice di non avere paura, mente. Certo che si ha paura.”
Capo Horn viene indicato convenzionalmente come il punto più meridionale del Sudamerica. Situato nell’arcipelago della Terra del Fuoco, nell’isola detta appunto di Capo Horn, non è in realtà il punto più meridionale del Sudamerica continentale che è rappresentato invece da Capo Froward.
A circa 100 km a sud-ovest di Capo Horn si trovano poi le piccole Isole Diego Ramirez, anch’esse considerate uno dei punti più a meridione dell'America del sud. Venne doppiato per la prima volta dagli europei il 26 gennaio 1616. L’impresa riuscì alla spedizione olandese di Willem Schouten e Jacob Le Maire che lo battezzarono Kaap Hoorn in onore della città di Hoorn, luogo di nascita di Schouten.
Capo Horn è noto per le spesso avverse condizioni climatiche che rendono difficile il doppiarlo con imbarcazioni a vela, tanto è vero che è soprannominato "il Monte Everest della vela". Le acque aperte del Canale di Drake, a sud del Capo, offrono ampi spazi di manovra, mentre lo stretto di Magellano, attraverso le isole della Terra del Fuoco, può offrire un passaggio lento e difficoltoso. Il Capo si trova nelle acque territoriali del Cile e la Marina di quel paese è rappresentata da un guardiano del faro che vi abita con la famiglia e che sovrintende la zona.
La stazione governativa consiste di una residenza, delle rimesse, una cappella e il faro. A breve distanza dalla stazione principale si trova una grande scultura che rappresenta la silhouette di un albatross.
Breve digressione: chi frequenta la Scuola di Caprera noterà che la scultura con l'albatross è presente, identica, presso la base di Punta Coda. Non è un caso! È stata regalata al CVC da Guido Colnaghi, fondatore della nostra Associazione e co-fondatore del CVC, dopo aver doppiato Cape Horn (vedi foto che seguono).
Il terreno è completamente privo di alberi, anche se la vegetazione è comunque presente grazie alle frequenti precipitazioni (il capo è spesso avvolto nella foschia e nella nebbia, essendo il tasso d’umidità dell’atmosfera sempre compreso tra il 70% ed il 95%).
La piattaforma continentale americana si trova a sole 86 miglia da Capo Horn (circa 140 km a Sud). Qui il fondale dello Stretto di Drake da 4.000 m di profondità sale a 100 in poche miglia. Questa impressionante differenza di profondità marina, unitamente alla forza dei venti circumpolari, crea onde che spesso hanno il carattere della micidiale onda anomala, ragion per cui Capo Horn è considerato un “cimitero di navi”. I suoi venti terribili, infatti, soffiano tra i 160 km/h ed i 220 km/h e la grande massa d’ acqua che vi confluisce fa scontrare le correnti atlantiche con quelle pacifiche.
I forti venti sono dovuti alle correnti d’aria da Ovest che corrono lungo l’Oceano australe, che poi colpiscono la catena delle Ande in Cile e sono forzate ad accelerare intorno a capo Horn, una roccia dalla forma semilunare ben definita, che cresce a picco dalle acque gelide, in altezza, avvicinandovisi progressivamente. Esso segna il confine Nord del Passaggio di Drake, un braccio di mare tra Antartide e Terra del Fuoco, largo 440 miglia nautiche (quasi 815 km) che si abbassa drasticamente di profondità, così da creare un varco stretto tra il Sud America e l’Antartide.
Tali venti sono spesso accompagnati da onde spaventose, come ben ricordato da Knox-Johnston, che qui diventano ancora più impressionanti per la grande estensione dell’Oceano del Sud, che spesso è spinta da un regime di venti da Ovest a forzare attraverso il Passaggio di Drake. La Marina Cilena ha registrato qui onde con altezze superiori ai 20 metri e non sono rari gli iceberg alla deriva. La temperatura dell’aria è di 12 °C in estate (a gennaio) e di – 5 °C in inverno (a luglio). La temperatura dell’acqua, invece, è sempre prossima allo zero (2 °C).
Esiste una associazione di coloro che hanno doppiato Capo Horn, i cosiddetti "Cape Horners" e l'attuale presidente è proprio Knox-Johnston: si tratta della IACH - International Association of Cape Horners e i criteri di ammissione sono stringenti e senza eccezioni: occorre aver doppiato il Capo a vela e durante una navigazione senza soste di più di 3000 miglia.
Tradizionalmente, un marinaio che ha doppiato Capo Horn ha diritto a indossare un orecchino d'oro a forma di cerchietto nell'orecchio sinistro. Lo stesso ardito marinaio ha diritto a mangiare con un piede sul tavolo (per completezza di informazione, se lo stesso marinaio ha anche doppiato il Capo di Buona Speranza può piazzare entrambi i piedi sul tavolo...) e a esibire un tatuaggio con una barca completamente armata.
Ciò tra l'altro spiega la ben nota usanza degli uomini di mare, pirati compresi, di indossare uno o più orecchini, uno per ogni Capo doppiato.
Quindi se in un club velico trovate qualcuno con un cerchietto sul lobo sinistro, guardatelo con rispetto!
(parte dell'articolo ha come fonte Amici della Scienza)
(*) La storica vicenda della prima Golden Globe Race è trattata in modo esemplare nel bel film-documentario “Deep Water”, del quale si consiglia la visione, è disponibile anche su YouTube.
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