resoconto della seconda settimana di navigazione didattica in Bretagna
La navigazione didattica in Bretagna dello scorso luglio è stata un vero successo. Due dei capibarca, Alex Mazzetti e Enzo De Pasquale, hanno messo su carta il loro resoconto, un prezioso misto di notazioni marinaresche, didattica sugli effetti delle maree, divertenti spaccati di vita di bordo e pennellate di folklore locale. Questo articolo di Enzo De Pasquale è incentrato sulla seconda delle due settimane di navigazione, dove è stato capobarca insieme a Cristina (Chris) Lombardi, Saverio Scannicchio e Giuseppe (Peppe) Salottolo. Trovate nel Notiziario anche l'articolo di Alex Mazzetti sulla prima settimana, non perdetevelo! Ecco il link: https://www.porto-palma.com/post/mar-bretone-feroce-ma-domabile
Ciao mare, sono tornato. Tu mi riempi di gioia. Tre anni fa sono passato di qui con il coach britannico.
sabato La Trinité-sur-Mer
Al mattino facciamo conoscenza con le barche che ci accompagneranno nella nostra settimana: i due Pogo 36 della prima settimana sono stati raggiunti da un OVNI 395 e un RM 11.80, tutte e quattro imbarcazioni adattissime alla navigazione che ci attende. La nostra barca è l'RM 11.80, larghissima ed accogliente, con due derive laterali fisse, per potersi appoggiare sul fondo. Pescaggio fisso 1.80 m.
I ragazzi fanno cambusa e alle 14:00 siamo pronti a muovere.
Pilotaggio attento nel movimentato canale, fino al mare aperto. Vento leggero da NW, apriamo le vele. Destinazione Île-d'Houat a SE, 8 nm, due ore di navigazione.
Scenario completamente diverso da La Trinité: la natura è padrona. L’isola offre due ancoraggi: Tréach er Béniguet aperta ai venti settentrionali e Trearc’h Er Goured, più facile e più protetta; una spiaggia di sabbia dorata con acque turchesi, ricca di biodiversità.
Per l’ancoraggio, bisogna prestare attenzione alla direzione dei venti. Domani mattina, con la levata, ci sarà un leggero levante che ci disporrà parallelamente alla spiaggia. Chris sceglie questa seconda ipotesi. Noi diamo fondo su 4 metri di acqua attuali. Le dune sommerse, le molte barche intorno e l’ampia ruota, dovuta all’abbondante calumo, suggeriscono un turno di guardia notturno.
domenica Con corrente favorevole riprendiamo la navigazione verso nord, per il passaggio de la Teignouse, con destinazione île de Groix a circa 25 nm, vento da NW 10 kn. Il passaggio, con corrente favorevole, è semplice e ben segnalato.
Nel pomeriggio avremo una corrente di pochi decimi di kn contraria, ma facilmente gestibile. Dopo boliniamo fino a Pont‑Croix.
Entriamo a Port Tudy, Saverio riesce a prendere l’ultimo posto disponibile ai pontili Bassin de l’Est con una manovra da maestro, noi andiamo ai gavitelli dell’Avant Port con prua a ponente; due cime al gavitello di prua e due cime a quello di poppa.
Chris e Peppe arrivano dopo e, tra un susseguirsi di chi lascia e chi prende gli ormeggi ai gavitelli, si sistemano con i loro Pogo sui gavitelli alla nostra poppa; Peppe con prua a ponente, come noi, Chris con prua a levante. Poco dopo una barca dei Glénans si ormeggia alla nostra dritta e più tardi un’altra barca si sistema alla nostra sinistra.
Île de Groix è la seconda isola più grande della Bretagna dopo Belle Île; un tempo centro importante per la pesca del tonno (1870-1940), Groix è ora nota per le belle ed insolite spiagge e la sua importante concentrazione di minerali. La distesa di sabbia più famosa è la Plage des Grands Sables nella parte orientale dell’isola. A sud si trovano Les Sables Rouges; un affascinante susseguirsi di calette radiose.
Ma stasera c’è la finale degli Europei di calcio! Saverio riesce a prenotare un tavolo al caffè del molo con vista sul medioschermo. L’Italia è Champion d’Europe ed il tripudio degli equipaggi è indescrivibile. Mi chiama mia moglie “…qui è come se fosse capodanno”.
lunedì C’è ponente fresco. Dobbiamo uscire a sinistra e c’è poco spazio. Lasciamo la cima sulla galloccia di poppa lato sinistro e la assucchiamo al massimo; filiamo piano la cima di prua ed il vento fa il suo lavoro. Ci giriamo di 180° in 11,80 m di acqua con prua verso l’imboccatura; marcia AV, fila a poppa e via. Un signore su una barca bretone nella fila di gavitelli alla nostra sinistra, che ha seguito con apprensione la nostra manovra, sorride e ci applaude.
Destinazione: les îles Glénan. Appuntamento alle 16:00 al cardinale sud dell’arcipelago, per far prora 22° sul fanale di Penfret e poi su forte di île des Cigognes. Tra quest’isola e l'île Saint-Nicolas, più a nord, c’è un canale per parallelo, dove su due serie di gavitelli ormeggiano le barche.
La profondità del canale è molto discutibile ed il mare, poco mosso, non aiuta.
Alle 16:00, al cardinale sud non c’è nessuno, barche in giro zero e ci aspetta un labirinto tra scogli e secche sconosciute. Sento Peppe al telefono: è più avanti, ha appena imboccato Pv 22° sul fanale di Panfret.
Ascolto poi una chiamata radio tra lui e Chris, che è già ormeggiata al gavitello a Saint Nicolas. Peppe intende uscire dall’arcipelago con pilotaggio ad est di Saint Nicolas e dirigersi a Concarneau, 8 nm più a nord. Mi intrometto nella chiamata e faccio sapere che anche noi preferiamo Concarneau alla risicata profondità dei gavitelli di Saint Nicolas. Usciamo, sentiamo la capitaneria di Concarneau, non c’è posto; lo comunichiamo a Peppe, breve pausa e mi dice di orientarci verso Port la Forêt. C’è un vasto porto con una grande baia con gavitelli; chiamiamo, non c’è posto e comincia a far buio.
Decisione forte: “andiamo ai gavitelli di Saint Nicolas e misuriamo con lo scandaglio a mano, quale è il gavitello più conveniente”. Sento Chris alla radio per comunicarle la nostra decisione.
Ai gavitelli, il primo ci dà più che un’ampia garanzia; ci ormeggiamo e rimaniamo lì per la notte. Più tardi ritornano anche Peppe e Saverio.
martedì Mattina: cielo coperto, mare mosso, vento da NW 10 kn che nel corso della giornata aumenta fino a 15 kn. Ricca colazione e ci prepariamo ad uscire ad est del cardinale est dell’isolotto di Bananec e continuare verso nord fino a lasciarci il pericolo isolato alla nostra sinistra. Si va a Les Palais de Belle-Île, circa 40 nm in andatura portante.
Navigare è un’emozione. Amo il mare, ne ho rispetto ed al tempo stesso lo temo. Amare il mare per me significa affidargli i miei pensieri, osservarlo nella sua infinità e Lui è lì che ascolta ed è capace di regalare molti stati d'animo. “Lameggia nella chiarìa la vasta distesa” scrive il poeta, ma quanti versi e note ha ispirato?
La navigazione è tranquilla. Quello di Les Palais è un piccolo porto dominato da La Cittadelle; un museo d'arte e di storia, una sala marina, concerti e mostre e un'attività alberghiera permettono di coniugare cultura e relax. Sotto le sue mura serpeggia un canale d’acqua che in parte, con la bassa marea, emerge; la parte più in fondo rimane sempre allagata e protetta da una chiusa che, in funzione della marea, ha degli orari di apertura per far entrare ed uscire le barche.
Arriviamo all’imboccatura poco dopo le 16:00, sentiamo il porto di Bassin ma è ancora chiuso. Ci dicono di aspettare ai gavitelli esterni al porto, poi ci chiameranno. Ci sono molte barche prima.
Peppe mi chiama al telefono, lui e Chris sono già dentro ai gavitelli del molo Bourdelle (il nome la dice lunga in quanto alla confusione che vi regna...), mi dice di non esitare, c’è solo qualche altro gavitello libero. Entriamo con un poco di prepotenza, ma alla fine ormeggiamo al gavitello 7 (l’ultimo disponibile!).
Il motore FB del tender prima parte, poi si ferma, poi riparte, poi muore definitivamente. Per andare a terra bisogna remare e c’è vento.
Dopo cena scendiamo a terra per una passeggiata fino alla chiusa; la cittadina è bella, ma siamo stanchi ed è tardi; qui il sole sorge e tramonta tardi. Il meridiano locale è molto a ponente rispetto a quello centrale del nostro fuso che passa per Termoli e Catania.
mercoledì Abbiamo tutti poca acqua nei serbatoi. c’è la possibilità di rifornirsi al punto col combustibile, subito dopo l’entrata a sinistra, ma entro le 10:00, per via della marea. Alle 9:30 mi chiama Peppe e mi incoraggia ad andare. Tra disormeggio ed ormeggio alle loro barche, riusciamo appena a riempire un serbatoio ed un poco nell’altro. Poi la Capitaneria ci caccia.
A questo punto usciamo e prua su Hœdic, un’isola sorella minore di Houat. Tempo bello, vento leggero da NW, è un piacere navigare. Passiamo a sud del faro des Grands Cardinaux, la Bretagna è la terra dei fari e della loro antica storia.
(nella foto: il faro des Grands Cardinaux nel tempo)
Il panorama su Hœdic è stupendo: l'sola è come un fiore: naturale e delicato, fragile e vivo, selvaggio e raffinato, espressivo e stimolante come il giglio marittimo che cresce sulle sue dune grigie. Sembra essere stata dipinta da un pittore dal fine talento artistico, da un poeta.
Nel porticciolo ci sono quattro gavitelli a profondità diverse, dove le barche si ormeggiano come petali di margherita intorno alla corolla. Un simpatico adattamento per più barche.
Ciascuna barca ormeggia la prua sul gavitello e la poppa sulle barche affiancate.
Domani andremo nel Golfo di Morbihan; appuntamento con la corrente di marea alle 8:20 per entrare. Bisogna partire alle 5:00 e sarà ancora buio. Avvisiamo i nostri vicini di barca.
giovedì Ci svegliamo che è ancora buio, manca poco alle 5:00. Abbiamo appuntamento con la corrente di marea alle 8:20 a Port-Navalo. Il tempo è bello, ma non fa caldo. Cerata, frontalino e pronti a muovere. Anche Chris, Saverio e Beppe si stanno muovendo, vediamo le loro lucine.
Navighiamo verso nord in maniera silenziosa; chissà perché, al mattino presto è sempre cosi, nessuno ha voglia di parlare. Mario fa il caffè; ha un profumo particolare e per mare ci siamo solo noi quattro. Poi vediamo il sole spuntare a levante, è solo un’unghietta di sole, ma i colori del cielo sono stupendi.
Alle 8:20 siamo a Port-Navalo ed in linea di fila seguiamo Chris. La corrente, benché favorevole, è forte ed insolita. A 1000 giri facciamo 7,3 kn SOG.
Il Golfo di Morbihan è un mare interno che viene inondato o esondato al variare della marea. Poiché le grandi masse di acque oceaniche si riversano all’interno attraverso lo stretto passaggio di Port-Navalo, si creano forti correnti interne, specialmente negli stretti tra le isole.
Qui, ad ogni marea, quasi 400 milioni di m3 d'acqua passano attraverso la Porta del Golfo, con una corrente di marea che è la seconda più forte in Europa.
Noi siamo andati il giorno con il più basso coefficiente di marea disponibile (71) ed un’ora prima dell’inversione di marea (921), dove il gradiente di marea è più basso (1/12 fino alle 920 ed 1/12 fino alle1020). L’atlante delle maree ci dava 3921 in entrata un’ora prima di PM a Port-Navalo, 3013 per PM a Port-Navalo e 1102 un’ora dopo PM a Port-Navalo. Siccome dovevamo navigare qualche ora fino a Pointe de Toulindac, meglio navigare con una corrente più contenuta all’interno del golfo.
Esplorando il Golfo di Morbihan si rimane colpiti dalla bellezza che esalta i paesaggi, quasi a far dimenticare che la navigazione può essere particolarmente pericolosa nel "piccolo mare".
È molto frequentato da qualsiasi tipo di imbarcazione, specialmente da derive con ragazzi adolescenti che giocano con la corrente come se stessero alle giostrine, la vegetazione florida fino alla riva è asciutta, il mare pulito benché chiuso, le belle ville seminascoste dagli alberi.
Lasciamo il gran Mouton alla nostra destra, passiamo a sud di Île Longue, Île de Gravinis e Île de Berder che formano armoniosi ridossi e lasciano vedere bellissime casette bretoni. Tra Île de Berder e Île de la Jument, la corrente diventa di nuovo impetuosa, poi passa. Arriviamo tra Port Blanc e Pointe de Toulindac, anche questo è un passaggio molto stretto e ci ormeggiamo ai gavitelli di Anse du Lério. Scopriamo poi che sono privati ed andiamo ai pontili di transito, dove c’è anche acqua per rifornire i nostri serbatoi.
Dopo un breve briefing con Chris, si decide che è più opportuno uscire da Morbihan, anziché cercare un gavitello nei campi boa distribuiti lungo le rive del fiume Auray per passarvi la notte, in quanto le profondità non garantiscono sicurezza.
Alle 15:00 partiamo per fare il giro di Île-aux-Moines in senso orario per poi uscire con la corrente di marea ancora favorevole. E’ stato un pilotaggio fantastico ed un’esperienza rara.
Poco dopo le 16:00 siamo in mare aperto, c’è un bel vento. Apriamo le vele e ci dirigiamo verso l’Île-d'Houat, così ci divertiamo un po’ a vela. Andiamo a vedere se è libero qualche gavitello davanti al porticciolo; ne troviamo uno e ci ormeggiamo. Gli altri vanno a Trearc’h Er Goured. Solo Peppe, d’intesa con Chris, ha voluto rimanere nel Golfo di Morbihan, per provare l’ebbrezza della corrente di marea notturna.
venerdì Ricca colazione, poi cominciamo a mettere via le cose e partiamo per La Trinité-sur-Mer. Navigazione a vela tranquilla fino al laterale rosso Petit Treh, poi giù le vele, pilotaggio perfetto fino al distributore, pieno di gasolio e poi manovra di ormeggio al pontile.
Anche questa volta possiamo scrivere sul diario di bordo: “nessun incidente, nessun avaria degna di nota”.
Si ringraziano per gli scatti (in nessun ordine): Alessandra Ischia, Ambra Vandone, Nicola Magaldi, Enzo De Pasquale. Se abbiamo scordato qualcuno ce ne scusiamo!
Trovi la galleria completa della navigazione in questa pagina.
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