top of page
Immagine del redattoreLuisa Fezzardini

a vele spiegate

Aggiornamento: 12 feb 2023


nella foto: una suggestiva immagine da una passata navigazione AIVA CVC


Anche la America’s Cup si è conclusa: ci ha coinvolti fino in fondo, ci ha fatto trepidare, esultare, ci ha fatto perdere il sonno e resi orgogliosi del nostro grandissimo team, che ha ottenuto risultati impensabili “against all odds” (contro tutte le probabilità), come ha commentato - una volta tanto obiettivamente - un quotidiano anglofono.


Ne parla nel suo articolo Vincenzo “Polinesia” Liberati, che per tutta la durata di quella incredibile cavalcata sulle acque di Auckland ha organizzato dirette e le impagabili “Lezioni di Coppa” targate CVC (*), che hanno visto la partecipazione di grandi protagonisti della vela, compresi Gabriele “Ganga” Bruni e come “special guest” addirittura il fratello Checco (!!) praticamente dai campi di regata.


Da parte nostra abbiamo tifato senza ritegno per Max Sirena e il suo team, organizzando contest di motti e immagini che gli abbiamo spedito, mai più pensando che avesse il tempo per risponderci. E invece sì! e anche da questo si intuisce la cifra del personaggio: autentico, entusiasta, senza nessuna spocchia.


C’è una lezione da ricavare da questo evento, e dal Vendée Globe che l’ha di poco preceduto? Qualcosa di forse ovvio per tanti (ma non per tutti) e che Vincenzo sottolinea nell’incipit del suo articolo: che la vela è “popolare”, è didattica, è per tutti, a dispetto di chi continua a inquadrarla come una disciplina elitaria.


Les Glénans (definita dai suoi fondatori “Scuola di vela, scuola di mare, scuola di vita”) venne creata nel 1947 anche allo scopo di fungere da aggregatore sociale dopo il difficilissimo periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Vent’anni dopo, nel 1967, venne fondato il Centro Velico Caprera (CVC), che prese esempio e spunto da Glénans, e due anni più tardi vide la luce l’Associazione Allievi CVC, avente come scopo l’arricchimento delle esperienze nautiche maturate in seno al CVC.


Fine di tutte queste organizzazioni è di vivere e imparare il mare, ma soprattutto di assimilare una disciplina di vita che aiuti ad affrontare al meglio le difficoltà di tutti i giorni: imparando il rispetto e la collaborazione reciproca, il lavoro di squadra, l’affidabilità e l’impegno.


È con questi valori ben presenti che la stagione estiva dell’AIVA CVC (trattata in questo numero) si propone ai suoi Soci e simpatizzanti, dopo più di un anno che a buon ragione possiamo definire tra i più difficili che ciascuno di noi abbia vissuto. Guardiamo quindi alla vela come ad un amico, un aiuto, un divertimento sicuramente, ma anche una scuola di vita che ci aiuta nei momenti più critici ad affrontare situazioni impreviste dal punto di vista psicologico ed emotivo: mai come in questi mesi siamo stati tutti “sulla stessa barca” e andare per mare ci aiuta a mantenere l’equilibrio e ad andare avanti, a vele spiegate.


(*) le “Lezioni di Coppa” sono disponibili nel canale YouTube del Centro Velico Caprera

71 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page